Questo post è dedicato alla filosofia estetica giapponese del wabi sabi, che influenza costantemente le mie scelte, quindi cercherò di spiegarvi con poche parole in cosa, esattamente, consiste.
Il wabi sabi è, innanzi tutto, una esperienza sensoriale che, attraverso quest’antica filosofia giapponese, esprime un ideale estetico poetico e semplice, legato alla via del tè verde sado, alla cerimonia del tè chanoyu e alla meditazione Zen buddhista dhyana.
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beautiful patina |
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EM photo – Alterazioni Viniliche – Chateau de Montaigne |
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once upon a time |
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Reflexes: worn out stairs – Tom Mannion |
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Luigi Poiaghi |
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EM photo – Alterazioni Viniliche – Jan Sedmak project |
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wabi sabi architecture France |
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EM photo – Alterazioni Viniliche – table detail |
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EM photo – Alterazioni Viniliche |
Il wabi sabi esercita il distacco dall’idea di perfezione assoluta a favore della ricerca di un estetica intuitiva, vissuta e spontanea.
Wabi sabi è il calmo dimorare.
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photo Robert Polidori – Versaille |
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EM photo – Alterazioni Viniliche |
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Axel Vervoordt – Labeque home Roma |
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Becara |
Il termine wabi rappresenta la bellezza estemporanea della natura, mutevole e fragile, e suggerisce un concetto di armonia discreta, generata dalla presenza di un’imperfezione naturale o introdotta in modo casuale dai processi di lavorazione artigianale, ma mai simbolica e intenzionale.
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Marika Akilova – raku |
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Akiko Hirai |
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EM photo – Alterazioni Viniliche – boxes Gradisca |
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armonia di materiali e toni |
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Bohemian Wornest- France |
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Dario Milano |
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John Cullen |
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Yuichi Takemata |
La grazia dell’imperfezione e dell’irregolarità diventano caratteristiche di unicità e quindi come tali irripetibili e preziose; il vivere diventa cammino artistico e spirituale nell’osservazione della meraviglia del quotidiano.
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wabi sabi kitchen |
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Tara Fisher |
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the prop dispensary |
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Caroline Swift |
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wabi sabi – reclaimed wood |
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Yoshiaki Tadaki Fuki – urushi plate |
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EM photo – Alterazioni Viniliche – table |
Il wabi è una bellezza difettosa considerata, paradossalmente, perfetta.
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Hvitur Lakkris |
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the poetry of material things |
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Dulwich – London, film location |
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John Derian |
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Le Chateau – Peter Gabrielse |
Il termine Sabi rappresenta la bellezza nel tempo che passa, dove tutto si trasforma ed arricchisce e ci permette di riconoscere ed apprezzare la bellezza della transitorietà, il divenire.
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Studio Ziben |
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EM photo – Alterazioni Viniliche – table |
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Draga Obradovic |
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Draga Obradovic |
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EM photo – Alterazioni Viniliche – french bench |
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Scandinavia 18th century |
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cabinet |
Il sabi è un aspetto che può manifestarsi solo in seguito all’usura e all’invecchiamento, come può accadere per le rughe che solcano il volto di un uomo, o la patina che ricopre inevitabilmente gli oggetti che usiamo.
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EM photo – Alterazioni Viniliche – chair |
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Knitted craft on patina |
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Mirror Sam Orlendo Miller |
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wabi sabi in swedish gustavian |
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Erica Tanov |
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Grace upon Grace – Lou Archell |
L’Occidente tenta da tempo di associare al wabi sabi una serie di caratteristiche fisiche riconoscibili, correndo il rischio di fraintenderne completamente il significato e trasformandolo in un modello esportabile.
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This Ivy House |
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Stella Nicolaisen |
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Axel Vervoordt |
Il wabi sabi è, in sintesi, quell’armonia estetica che si crea tra l’oggetto, la materia e il trascorrere del tempo.
Elementi fondamentali sono il riciclo, il recupero e il rifiuto dell’accumulo.
I materiali sono la pietra, sabbie, argille, il legno, la carta, il metallo, la ceramica, il vetro e tessuti naturali.
Le tinte sono semplici, armoniche a volte non uniformi, mai invadenti.
Le forme sono asimmetriche, non troppo rifinite, a volte rozze, più minimali che decorate.
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EM photo – Alterazioni Viniliche – Rovinj |
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EM photo – Alterazioni Viniliche – Soca. Val Lepena |
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Coqui Coqui – Mk Sadler |
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bench |
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wallpaper’s layers |
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Furin terracotta – campana a vento |
…così lasciamo che la natura improvvisi, mentre trascorre il tempo e non curiamoci della premeditazione.
SeeUSoon
fine prima parte
Nella seconda parte continueremo a parlare di wabi sabi con alcuni esempi di designer, che lo praticano meravigliosamente, come il belga Axel Vervoordt.