L’uomo in pelliccia cha amava i gatti
In questi giorni di gran caldo la mia immaginazione si fa cupa, ho bisogno di suggestioni tetre, di tragedie di altri tempi, da qua la decisione di dedicare un post a questo illustratore fantastico, poco conosciuto in Italia, strambo e lugubre al punto giusto.
Edward Gorey è stato un personaggio bizzarro, amante dei gatti, della letteratura classica, delle pellicce e del balletto, che viveva rinchiuso nella sua vecchia casa a Cap Code.
Nacque a Chicago il 22 febbraio del 1925, si laureò ad Harvard nel 1950 poi per diversi anni lavorò a New York come illustratore nelle case editrici, disegnando copertine e illustrazioni per i libri.
Nel 1953 pubblicò il suo primo lavoro indipendente, “The Unstrung Harp” (“L’arpa senza corde”), cui sarebbero seguiti oltre cento libri.
Gorey è stato un artista grottesco, di un gusto macabro per un horror dagli umori vittoriani, seppur americano nei suoi lavori ritroviamo tutti i modelli dickensiani di una Londra passata, ed è questa atmosfera funerea e malinconica a dettare l’orientamento per il suo stile.
Gorey riprende uno stile dell’illustrazione a cavallo tra l’ottocento e il novecento, ispirandosi ad artisti come Harry Clarke, Eduard Riou, George Granger.
Ad oggi molti artisti si sono ispirati a lui, uno tra tutti Tim Burton.
Gorey è morto nel 2000, in Italia è edito dall’Adelphi.
Seeusooon e buon estate