Sono entusiasta di presentarvi in questo nuovo post questa magica vecchia casa sul Carso sloveno. Un luogo dove si respira un’aria di storie passate, dove gli oggetti vivono nello scorrere del tempo, dove gironzolando e fotografando ho incontrato lo spirito del wabi sabi, dove vive una speciale famiglia di cari amici. Sarà il padrone di casa a illustrarvi questo piccolo mondo sospeso nel tempo.
Una strada di campagna corre parallela alle vigne e sotto il monte Lanaro, il Volnik.
A Krajna Vas non c’è nulla. O forse sì.
In mezzo alle case, alcune abbandonate, altre operose e operative c’è una tradizionale casa carsica. Krpeljevi è il nome con cui è conosciuta in paese.
Perchè qui le case hanno un nome, piantato, come la vigna.
Da fuori ti sembra un po’ sgangherata, muri rossi sbiaditi e sull’angolo alto, sotto il camino fa capolino una scritta, che è il primo indizio di un’energia e una forza sorprendenti. Caratteri grossi e neri dicono KRAJNA VAS.
Un portone vecchio, che reca tracce del verde che fu, introduce al cortile chiuso, il borjač.
All’ombra del grande glicine si intravede la casa. Si percepisce, perché nella stagione calda il verde è rigoglioso. Le pergole di uva, due roseti, un albero di cachi, oltre al glicine, colorano e profumano un cortile articolato e armonioso.
Si sente l’energia della vecchia casa.
Una casa di campagna a L con la cucina e il vecchio forno al pian terreno, le camere raggiungibili solo attraverso le scale in pietra esterne. L’altro lato della L, quelli che una volta erano la stalla e il fienile, ora sono altro.
All’interno si apre un mondo. Un mondo raro, forse unico.
Il restauro è avvenuto secondo rigidi criteri conservativi. Gli stessi materiali usati per il lavoro sono di recupero e hanno una storia alle spalle.
La cucina, bassa, al pian terreno mantiene la struttura originale con il forno a legna, il peč, colore giallo intenso alle pareti, ricche di oggetti del passato, frutto di recupero e collezionismo di anni.
A fianco c’è la sala da pranzo. Il pavimento di assi di legno originali poggia direttamente sulla terra, e poi due panche e una tavola dell’800. Alle pareti piatti, scatole di biscotti, bottiglie e insegne pubblicitarie di inizio ‘900. Pareti bianche, ma colorate.
Salendo la scala esterna si raggiungono le camere affacciate sul ballatoio di legno centenario.
Questa parte della casa è quasi un museo della civiltà carsica. Le strutture sono rimaste invariate, rafforzate nella storia che raccontano. Due camere da letto, una rossa e una blu. Finestre dal telaio in legno verde e scuri interni. C’è un piccolo bagno, rifatto e perfettamente armonico con lo spirito della casa. La sorpresa è la vecchia soffitta: una ripida scala porta nell’attuale mansarda. Legni vecchi e travi ricurve, come quelle delle navi, al centro un tatami. Le piccole finestre in legno verde guardano da un lato verso il Lanaro, dall’altro verso il Nanos.
Questa parte della casa è quasi un museo della civiltà carsica. Le strutture sono rimaste invariate, rafforzate nella storia che raccontano. Due camere da letto, una rossa e una blu. Finestre dal telaio in legno verde e scuri interni. C’è un piccolo bagno, rifatto e perfettamente armonico con lo spirito della casa. La sorpresa è la vecchia soffitta: una ripida scala porta nell’attuale mansarda. Legni vecchi e travi ricurve, come quelle delle navi, al centro un tatami. Le piccole finestre in legno verde guardano da un lato verso il Lanaro, dall’altro verso il Nanos.
Al livello delle camere si continua con la parte completamente rinnovata.
Dove c’era il fienile ora c’è la camera gialla, angolare e geometrica con un bagno semi nascosto. Soffitti alti con travi a vista, portano al salone, il moderno living room. Una stufa a legna e sulle pareti quadri e opere di artisti di tutta la Slovenia. Il gioco di luce e aria è garantito dai due balconcini in pietra, ricavati dalle aperture da cui si gettava di sotto il fieno. Da un lato ci affacciamo sulla piazza, dall’altro sul cortile.
E la stalla? Alla stalla si accede dal salone, attraverso una ripida scala o dal giardino. La roccia viva è protagonista, alle pareti, come a terra, dove si trovano pesanti piastrelloni di roccia calcarea. Roccia che beve l’acqua che ancora oggi filtra dalle pareti.
Il Carso riaffiora letteralmente nel borjač, davanti alla stalla, dove non si è riusciti a portar terra ed è rimasto calcare a vista. Vero e vitale.
Nell’ultimo angolo della casa, diametralmente opposto all’ingresso della stalla una volta c’era la porcilaia. Una volta. Ora domina la pietra, pietra recuperata e che ospita l’elemento acqua. Spiazzante e rinfrescante la roccia racchiude una piscina. Elemento di stacco, contradditorio e creativo. Al suo fianco una funzionale cucina estiva coperta, trait d’union fra la rinfrescante acqua e la convivialità del cibo.
Il microclima e il cosmo che si creano all’interno di questa entità vivono e respirano. Per sentirlo basta acclimatarsi, di giorno o di notte, nel giardino. Uscendo poi dal vecchio portone, sulla stradina percepirete lo scarto netto.
Krajna Vas 23 è su AirBnB
Giacomo Cecotti
Ci sono molte cose che non ho fotografato in questa visita, ho semplicemente scelto i dettagli che mi hanno suggestionato, per concludere vi lascio il link, vi consiglio una visita e vi assicuro che ne vale la pena.
SEEUSOON SE VIDIMO